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La preghiera cardine e vertice del cristianesimo ha avuto diverse traduzioni nei millenni, ma la ricchezza dei suoi significati risulta inesauribile. Vi sono stati dibattiti anche nella Chiesa che finalmente hanno imposto, per volontà di Papa Francesco, una modifica della sesta domanda "non ci indurre in tentazione", divenuta "non abbandonarci alla tentazione", più in sintonia con la fede in un Padre che ama i suoi figli e non crea per loro trabocchetti per farli cadere. Il presente volume traccia una parte della riflessione scientifica sulla traduzione del Padre Nostro, quella del lavoro del grande studioso Jean Carmignac, esperto dei manoscritti di Qumran, che si è dedicato ai semitismi del Nuovo Testamento seguendo l'ipotesi che sia stato espresso in parole greche con una lingua non greca. Due capitoli scritti da studiosi ebrei fanno pensare che si possa pregare insieme fra ebrei e cristiani. Il libro dimostra come anche il lavoro scientifico serio, che sfugge a ogni categoria di progressismo o conservatorismo, può aiutare a scoprire l'infinita profondità del Padre Nostro che la rende sempre nuova. A questo proposito la libertà di scambio fra ipotesi diverse è un contributo alla vita di fede, perciò il giallo della sparizione dei documenti centrali del lavoro di Carmignac e la secretazione delle sue carte per trent'anni sono uno dei filoni del volume.